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lunedì 15 giugno 2015

Chagall e l'amore..


Oggi sono stata al Chiostro del Bramante. 
Come prima cosa, è una location bellissima.


Per arrivarci, poi, hai la necessità di perderti per i vicoli di Roma. La qual cosa è sempre un'esperienza da compiere in silenzio.
Ad ogni modo, io e R abbiamo preso la metro, cosa che genera non poco stress in termini di ricerca del parcheggio. Nessuno dei due aveva idea di quale strada prendere. Ma alla fine grazie agli dei, o più semplicemente al navigatore, abbiamo raggiunto il Chiostro, mentito sul fatto di essere studenti universitari, e siamo entrati a vedere la mostra.
La prima cosa bella è che, penso di poter parlare per entrambi, nessuno dei due sia dotato della sensibilità dell'animo artistico.
Nel mio caso, non amo il surrealismo (ammesso che sia surrealista) ma non mi sento molto in colpa a dirlo. Infondo, da quello che ho capito, Marc odiava il cubismo perché, parole sue, "me la fa pjà a male!". Quindi se lo dice lui, che di arte ci ha mangiato, suppongo di poterlo fare anche io.
Dunque io e R andiamo da perfetti profani.

Ad ogni modo, avanguardista, surralista, qualsiasiparolacoolchefiniscaconista che sia, senza dubbio Marc era un romantico.
Tutto di lui era romantico.
L'occhio azzurro allungato, i capelli ricci, il fatto che fosse russo, la nostalgia per casa, il fatto che abbia illustrato favole, il fatto che fosse ebreo negli anni delle persecuzioni, il fatto che facesse il pittore senza saper disegnare.
Ok, di questo non sono certa. Ma io la vedo così.
Saper disegnare, infondo, non è una caratteristica necessaria o sufficiente per essere un artista.
Anzi.
La forza, nel suo caso, sta nei colori.
Leonardo disegna. Marc schizza, crea forme che ricordano cose che conosciamo e poi le colora.
E poi, romantica è anche la sua storia d'amore.
Si chiamava Bella, l'ha incontrata su un ponte e se ne è innamorato subito. L'ha sposata, è stato felice, e poi, il più sublime dei finali per una storia d'amore.
Bella è morta.
Lui è disperato.
Sembra quasi tutto uscito da un romanzo. Ma poi lui sposa un'altra.
Non fraintendetemi, Marc ha fatto benissimo a rifarsi una vita. Ma se questo segna il ritorno alla vita di un uomo, significa anche il tramonto della tragedia romantica che era stata la sua vita sentimentale.

Perché dobbiamo ammetterlo. L'amore come lo descrive Chagall, quell'amore che ha ossessionato la sua vita e la sua produzione, non esiste.


Onestamente, non sono abbastanza artista da apprezzare gli schizzi ed i disegni.
Ma ci sono alcune cose che mi hanno colpita.
Innanzi tutto la mole di ispirazione che ha avuto. Tutto, inevitabilmente ricondotto all'amore.
Anche Dio.
Sì perché Marc credeva, e aveva la Bibbia impressa a fuoco dentro.
Poi gli amanti.


Il colori. 
E, non so cosa volesse dire lui, ma io ho capito qualcosa.
Mi sembravano innamorati, al punto tale da vivere in un luogo che non esiste oppure da diventare così piccoli agli occhi del mondo che non può capire.
Però non possono comunque, fantasia o occhio altrui, annichilire il mondo che li circonda. Perché ci sarà sempre casa, ci sarà sempre un passato.
Nessuno è così bravo da distruggerlo, annientarlo. Neanche Chagall con il suo amore romantico.
Che poi è interessante che ci fosse R con me. Perché credo che in qualche modo i due fossero simili.
E' probabile che Marc non avesse lo stesso "discreto" tono di voce : ) ma ho avvertito lo stesso modo fanciullesco di guardare le cose.
Che non è un male.
E fanciullesco non significa infantile.
E' come non perdere la magia.
Ecco, quei colori, sembravano la patina dorata davanti agli occhi. Una patina che però esiste solo per chi ha smesso di vedere le cose così.
Io non sono una romantica. Sono un essere bipolare che spesso tende a vedere le cose in modo cinico. Ma mi piacerebbe un sacco vedere in quel modo. Perché magari è quello giusto, e a me resta chiuso. Per me resta una favola.
E a proposito di favole.
La Fontaine.


Questa favola mi ha colpita. Parla di un leone che scende a compromessi e snatura se stesso per amare una fanciulla.
Finisce malissimo.
Chissà come deve essersi sentito Marc Chagall nell'illustrarla.
L'amore come morte, quando il suo mantra è l'amore come vita.
Forse lui sarebbe stato quel leone.
Io sarei stata quel leone, nel caso in cui gli fosse stato concesso di tornare dalla morte.


L'abisso che mi divide da Chagall mi rende complicata l'empatia. 
Però è costruttivo.
E' qualcosa.
C'è una frase che lui ha detto, che mi ha colpita più di tutte le altre.


Dunque è un po' come se io fossi il blu e Marc il giallo.
Saremmo stati ottimi amanti.
E poi io amo gli uomini con i capelli ricci.


2 commenti:

  1. Signorina Mika, noto che su questo suo blog sono presenti delle foto che, come le era stato comunicato, non dovevano essere scattate.

    Oltre a ciò c'è l'aggravante del fatto che come ho potuto osservare dalle telecamere, c'è stato un aitante giovin signore che si è prodigato quanto più ha potuto per farla desistere...ma lei imperterrita ha continuato non curandosi dei continui rimproveri dell'aitante giovin cavaliere.

    Detto ciò le comunico che entro 24h, verranno 3 dissennatori a prelevarla e portarla alla prigione di Azkaban.

    Cordiali Saluti.

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    1. La foto l'ho scaricata da internet. Basta fare ricerca immagini

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