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sabato 17 marzo 2018

Concorsisti Fantastici: dove trovarli & come gestirli



Penso che sia giunto il momento di mettere a frutto la mia esperienza da Susan Mayer del concorso pubblico. Posto che attualmente non mi sta assicurando un futuro luminoso né una prestigiosa posizione sociale, ritengo possa essere utile estrapolarne quantomeno una descrizione antropologica dell' homo concorsualis.

Tratto da una storia vera




Pensate che la vostra vita sia difficile? Che sia frustraste? Pensate di non avere soddisfazioni? Di non essere pagati abbastanza? Che i vostri sforzi non siano adeguatamente apprezzati o riconosciuti?
Provate a mettervi nei panni del concorsista pubblico e vedrete come, subito dopo, tutto il resto sarà Wonderland.

La vita dell'homo concorsualis è qualcosa che non si augura neanche al proprio acerrimo nemico. Fidatevi. Io, come tutte le persone normali, ho la mia personale nemesi, e gli ho augurato un ventaglio piuttosto pingue di cose orribili ma MAI, sono arrivata a sperare che divenisse un concorsista.

Considerato il fatto che si tratta di una categoria più ampia di quanto possiate immaginare, ritengo sia utile fornire alle persone normali una guida che spieghi loro come approcciare questo animale. Un vade mecum per riconoscerlo e per imparare a gestirlo nel caso in cui evitarlo fosse impossibile.

Genesi & Ontologia



Come ogni figura mitologica che si rispetti, l'homo concorsualis non viene alla luce con il parto ma nasce da un'idea. Un'idea che all'inizio sembra innocente e ricca di speranze; sembra una luce che promette felicità e stabilità; che sembrerebbe condurre alla soddisfazione di mettere la propria vita al servizio di un bene superiore, per esempio la Giustizia.
L'ignaro essere umano non può far altro che essere attratto da uno scopo così alto e nobile. Guarda quella luce da lontano, e in men che non si dica ha voglia di accarezzarla, di coltivarla e di renderla reale. Per questo la insegue, senza curarsi di altro, senza fiutare il pericolo. Finché, ormai, non è troppo tardi ...


Non importa chi fosse prima di inseguire quella luce. Dopo aver deciso di inseguirla, il concorsista diventa un essere profondamente masochista. Trae forza vitale dalle ferite che si autoinfligge dentro e fuori. Più passa il tempo, più anche la sua morfologia cambia. La luminosità della pelle scompare progressivamente per lasciare il posto a un piacevole color grigiastro; i capelli perdono brillantezza; le occhiaie la fanno da padrone. Il più comune tratto di riconoscimento però è l'immancabile herpes cutaneo da stress.

Habitat & Caccia

Non è facile imbattersi in un homo concorsualis per strada. Generalmente trascorre la propria vita incollato ad una scrivania circondato da libri. Quella è la sua tana.
Ovviamente, non si tratta di un posto che può permettersi con le sue risorse finanziarie. Il concorsista non ne ha.  Dunque, è costretto a vivere sulle spalle della famiglia. In altre parole, l'homo concorsualis è il Gianluca Vacchi dei poveri.
Il concorsista lascia il tepore della sua camera solo in casi eccezionali : per andare in bagno ad espletare bisogni primari o per la caccia. Quast'ultima si svolge durante momenti ben specifici della giornata. Durante la pausa pranzo, molto presto la mattina o, più raramente, prima dell'orario di chiusura dei negozi. Il luogo di caccia è la libreria dove spende un ammontare non precisato di soldi non suoi per acquistare manuali, riviste, codici e libri vari che divorerà come un bulimico nei mesi che verranno. Quando caccia il concorsista indossa una tuta molto larga e un cappotto. Non fatevi ingannare. Sotto quei vestiti è ben celata la sua vera pelle: il pigiama in pile.

La Socialità

Il concorsista non è un animale sociale. Egli scruta il prossimo con diffidenza e non ama essere avvicinato. La sua più grande paura, quando ha a che fare con un non-concorsista è l'anatema della vergogna. Si tratta di una formula oscura che, se pronunciata, è in grado di generare in qualsiasi esemplare della specie una profonda e insuperabile sofferenza.
"Che fai nella vita". Le reazioni a questa domanda possono essere le più variegate: pianti isterisci; balbettii imbarazzati; storie improbabili di come sia diventato assaggiatore dei pasti del Papa; oppure un vecchio classico



La cosa peggiore è che questa è comunque l'unica frase che il concorsista riesce a capire. Qualsiasi altra parola voi proviate a pronunciare viene processata nel cervello del suddetto e direttamente spostata in spam. Il cervello umano è fatto per incamerare un numero limitato di informazioni e state pur certi che lui non è disposto a sprecare spazio con voi altri esseri umani.
Ad ogni modo, quando il concorsista è costretto ad uscire dalla sua tana preferisce frequentare posti dove può trovare i suoi simili. E qui parte un meccanismo piuttosto complesso.
Da una parte, l'homo concorsualis odia i suoi simili come, e forse più, di quanto non odi gli altri esseri umani. Ognuno di loro è un nemico giurato, qualcuno con il quale, ad un certo punto, sarà costretto a combattere all'ultimo sangue. Funziona come per gli Hunger Games. Per sopravvivere, più si avvicina la gara, più si formano dei subpacks. Tra i suoi simili, il concorsista sceglie un ridotto gruppo con i quali combatterà allo scopo di annientare il nemico comune.
Nel tempo trascorso insieme, gli esemplari indugiano nel loro passatempo preferito : l'auto-commiserazione. Sono capaci di trascorrere ore insieme, ricordandosi l'un l'altro quanto siano sfortunati, tristi, depressi e destinati a una vita di stenti.

Vita Amorosa

Il concorsista non ha bisogno di accoppiarsi perché, come si è visto, non nasce con il parto, per questo non ha una vita amorosa. Se aveva un partner prima della trasformazione, il povero essere umano si trasformerà progressivamente da oggetto di desiderio a sacco da box sul quale sfogare le frustrazioni di una vita. Non è chiaro se ad essere peggiore sia il maschio o la femmina concorsualis, anche perché considerata la progressiva proliferazione del pelo, non è molto semplice distinguere l'una dall'altro.
La relazione pregressa, comunque, ha più chances di sopravvivere se i due hanno la fortuna di vivere lontani. In alternativa è necessario che la povera anima si armi di una fede pari a quella di Madre Teresa e una determinazione da far invidia alla Gregoraci. Infatti, l'unica companion della quale si sa per certo sia riuscita a sopravvivere è Claudia Koll.



Preparazione

La preparazione per la grande gara finale comporta diversi step.
La prima fase è il nesting. Il concorsista prepara la sua tana, circondandosi di oggetti che lo fanno sentire a suo agio. Libri, codici, articoli, massimari e via dicendo. Già durante questa prima fase, egli sviluppa una delle caratteristiche che più lo connotano: l'esaurimento nervoso. Per questo è assolutamente sconsigliato avvicinarlo durante questa fase e in quelle successive. Particolarmente pericoloso è il tentativo di entrare nella sua tana. L'ambiente che lo circonda è l'unica cosa capace di lasciarlo ancorato a una seppur flebile parvenza di sanità. Toccare le cose con le quali l'homo concorsualis ha costruito il suo nido equivale ad una certa condanna a morte. Sentenza che verrà eseguita attraverso lo strillo isterico fino ad implosione del timpano.

Successivamene giunge la fase dell'insonnia. Più si avvicina il giorno del giudizio, più il ritmo sonno/veglia del concosista cambia. Il tempo dedicato al sonno diminuisce precipitosamente in favore della veglia. La sveglia biologica suona intorno alle 4.30.
A ridosso degli Hunger Games, l'homo conconsualis dorme una media di 2h e 30 min a notte. Durante il riposo, il cervello continua ad esaminare le informazioni immagazinate nel corso della giornata. In questa fase è possibile che il forte stress finisca con il causare problemi cardiaci all'animale in questione, in particolare a causa della moltiplicazione degli impulsi elettrici celebrali che gli consentono di usare fino al 97% del suo cervello. Non è inusuale, infatti, che questa intensa attività celebrale consenta al concorsista di dissociarsi dal proprio corpo nella fase del "sonno". E' estremamente probabile che egli riesca ad avere premonizioni di tracce. Sfortunatamente si tratta di tracce estratte in un universo parallelo. Insomma, è come vivere in un episodio di Finge, e non è da escludere che possa nascondersi una mucca sotto tutti i libri che circondano il nostro esemplare.



Il terzo sintomo, dopo l'esaurimento e l'insonnia, è il cambio di alimentazione. L'homo concorsualis accompagna ai disturbi evidenti della personalità, quelli di alimentazione. Si presenta come anoressico e/o bulimico a fasi alterne. A seconda delle settimane, l'ansia lo costringe a mangiare ogni cosa che gli capiti a tiro, a prescindere dalla consistenza, sapore e data di scadenza, oppure lo rende incapace di deglutire qualsiasi alimento, inchiodandolo alla paura che il cibo possa occupare spazio che dovrebbe invece essere destinato alle informazioni. Per questo ad un certo punto inizia a mangiare i libri che lo circondano. Prima gli angoli delle pagine, poi delle copertine. Roba che si potrebbe girare un'intera stagione di "io e la mia ossessione". Chiaramente, il tutto condito con lo Xanax.

Infine, il concorsista non ha alcun senso dell'estetica, per questo potrebbe facilmente essere scambiato per un clochard. Maschi e Femmine non si riconoscono. Il trucco e la depilazione sono fuori discussione. Eventualmente, è possibile riconoscere la femmina dalla prepotente ricrescita dei capelli (comunque sporchi).

Spero vivamente che questa guida vi sia stata utile. Semmai doveste incontrare e riconoscere un concorsista, spero riusciate a riconoscerlo in tempo e a mettervi in salvo. In caso contrario, lanciate il primo libro che vi capita tra le mani il più lontano possibile, non saprà resistere e quando inizierà a leggerlo potrete ancora scappare.

All the love, Mika.


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