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domenica 31 maggio 2015

David Lachapelle e la filosofia dell'ineluttabilità dei lustrini.


Io non sono un'esperta d'arte.
Al contrario, indugio in cose spesso frivole e senza importanza e la massima esperienza che ho nel settore "fotografia" è la sublime arte del selfie al bagno. In mia difesa, mi sono sempre preoccupata di abbassare la tavoletta prima di scattare.
Poi è successo.

Mentre sabato mattina facevo colazione, con il mal di testa a ricordarmi che la birra non sempre faccia bene, il rumore dell'aspirapolvere di sottofondo, e la televisione accesa su Unomattina (sembra che i miei ci tengano a sfruttare ogni singolo centesimo del canone RAI), comunque, mentre guardavo lo schermo con sguardo vuoto e perso lo sento.
Il critico d'arte.
Colui che ha la verità in una tasca e la spocchia nell'altra.
Colui che tutto sa.
Che tutto conosce.
Che tutto capisce.
Colui che probabilmente spenderebbe milioni di dollari per acquistare una tela bianca che esprime il reale io interiore vuoto dell'essere umano in questa società sempre più fagocitata dall'annichilimento ...



Non vado oltre, tanto lo so che non stavate più prestando attenzione.
Comunque, parlava della mostra di Lachapelle, definendola "circense" perché proprio di arte non si può parlare.
Come se poi la parola si sciupasse.
Ad ogni modo, nella mia ormai eterna crociata contro la spocchia di "chi sa e capisce" decido di voler andare a vedere.
Adesso, sicuramente voi tutti sapete chi sia Lachapelle.
Io sono ignorante, ed allora lo ricordo a me stessa.
David Lachapelle è un fotografo e regista statunitense.
Tra i suoi lavori troviamo video musicali riconducibili a Christina Aguilera, Britney Spears e Nick Carter. E' talmente pop, che addirittura wikipedia mantiene un certo perbenismo, accostandolo alla fotografia artistica solo "in senso lato".
BOIATE.
Piccola parentesi. Credo che all'interno di ognuno di noi viva un piccolo "Snobby". Una figura dalle fattezze più disparate che viene fuori a ficcarci la puzza sotto il naso e ci porta a guardare con accondiscendente superiorità chiunque apprezzi qualcosa di popolare, comune, non stilisticamente perfetto o articolato.
Credo che dovremmo stare molto attenti a Snobby.
Il mio Snobby è un maschio dalla voce arrogante, che, appunto, quando ho pensato tutta eccitata di andare a vedere questa mostra, mi ha guardata con una nota di compassione, ripetendo "Turner, Turner, Turner". 
Ma chi se ne frega di quello che pensa Snobby.
Già perché vi faccio un esempio. Prendiamo il tipico cultore della musica di nicchia che schifa Lady Gaga. Tutti quelli che sentono Lady Gaga sono automaticamente degli imbecilli.
Beh, tale cultore, magari finisce per andare a mangiare al Burger King.
Ed allora eccolo che sbucherà il Vegano Radical Chic che penserà che tutti quelli che mangiano in un fast food sono imbecilli.
Ma tale vegano poi andrà a vedere un cinepanettone ...
E venne Nanni Moretti, che bastonò il vegano, che cucinò il musicista che al mercato ... bla bla bla ...

Ma torniamo a noi.
A David Lachapelle e alla sua arte
(sì l'ho detto e nessun dio mi ha fulminata per questo!).
Chiamo M. tutta contenta e la invito a vedere la mostra con me.
Lei è indicata a vedere mostre. Sa come comportarsi. Avete presente quelle persone che tu le guardi e pensi, sicuramente avrà visto un sacco di mostre? Beh M. è così. Sa un sacco di cose, conosce un sacco di artisti e sa comportarsi in ogni situazione.
Ma non riconosce Magneto e Silente.
(Ti adoro M. lo sai! I miei sono solo complessi xoxo)

Comunque, tutte carine e piene di aspettative andiamo al Palazzo delle Esposizioni.
Addirittura ho messo un primaverile vestito a fiori giallo, perché mi sapeva molto di ragazzetta per bene che va ad una mostra.

Ad ogni modo, arrivate lì, ho fatto una cosa spregevole. Ho mentito sull'età. Potrei dire che a spingermi sia stata una sorta di vanità femminile, o uno spirito di critica sociale contro gli impiegati che non ti chiedono il documento. In realtà ho rubato due euro.
Però ho fatto il biglietto del treno.
Andata e Ritorno.
Ok, mi sento in colpa lo stesso.

La mostra si intitola "Dopo il Diluvio".
Già, perché pare che David sia stato illuminato, non a Damasco, ma proprio a Roma, davanti a Michelangelo, e che abbia in qualche modo deciso di reinterpretare la religione.
E così ha fatto.
Un'esplosione di colori, immagini, corpi, curve, linee. Uno spettacolo.
Fresco, divertente, colorato.
Sembra la pubblicità delle tic-tac. Ma in questo caso non è esagerato, lo è davvero.
E sì, forse è superficiale in qualche modo. Ma io credo che l'arte possa essere tante cose. Possa essere talmente profonda da arrivare alla superficie del lato opposto. O talmente sottile da sembrare uno strato impercettibile appoggiato sulle cose stesse.
E mi ha riempito gli occhi.
E il destinatario di tutto quello era il popolo. Pop per questo, perché era il popolo.
Cosa c'è di sbagliato in questo?


Che problema c'è se il diluvio universale distrugge il Caesar Palace? E' universale, arriva anche a Las Vegas. Punto.

Ma che poi non voglio spiegarvi quello che ho visto. Perché l'arte non si spiega, e comunque perché io non la capisco abbastanza.
Però posso spiegare quello che ho pensato. Le sensazioni che mi hanno colto davanti ad alcune di quelle foto.


Ne scelgo solo alcune, perché è un peccato mortale con questa risoluzione.
Ad ogni modo. Naomi.
Che da sola potrebbe essere sufficiente a rendere una foto un'opera d'arte anche se la facessi io.
Ma lui no. A David non basta. Lui ci mette un figo cosmico al fianco, tre bambini soldato, armi, oro, diamanti, un agnello, colori impossibili da non guardare, e sullo sfondo l'estrazione petrolifera.
Lo stupro dell'Africa,
Che ho pensato, Naomi anche dopo sembra bellissima. Per quanto ancora?


E tutti lo sappiamo che fa male. Ma quanto fa ridere visto così?? Uccisa da un hamburger si chiama, se non sbaglio. Non ne sono certa, ma il messaggio era quello.
Non mi sembrano casuali, comunque, la gambe secche.


Questa foto ha dato il via ad una discussione infinita tra me ed M.
"Cosa vuole dirci?"
"Quale critica sociale si cela dietro tutto ciò?"
E poi alla fine, dovevamo aspettarcelo. David è un narcisista e questo è una specie di autoritratto.
All'inizio mi sono sentita un po' presa per il culo. Poi ho capito che dopo ciò, aveva guadagnato la mia eterna ammirazione.


Su questa sono stata in silenzio.
Ancora devo capire quello che provo. 


E' incredibile come il tutto sia in bilico tra l'essere tutto ed il contrario di tutto. Cavolo è Gesù che interpreta Maria nella pietà e stringe M J .
Cosa sto guardando?
Satira?
Blasfemia?
Cosa?
E soprattutto perché mi sembra bello?


E questa è la mia preferita.
L'offerta.
Non rende. Il blu ed il rosso sono molto più intensi visti dal vivo.
E io non so dirvi cosa mi abbia scatenato.
Ho sorriso, ho annuito, ho guardato M entusiasta decretando che quella fosse in assoluto la migliore.
L'ho capita. E non so spiegarla, perché succede e basta. Guardi e capisci. Senza parole.
Puoi dire solo "bellissima".
Ed è assurdo, perché se non la capisci è assurdo anche solo leggere queste cose.
Non lo so.
E' arte.
Non si spiega, non si giudica, non si critica. 
Si guarda, si vive e, se ci si riesce, si capisce.

E questo è quanto.
Io amo David Lachapelle.
Grazie Signor Critico Spocchioso dei miei stivali.



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