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domenica 7 ottobre 2018

Once upon a time ... the beauty



C'era una volta la bellezza.
Sembra una frase banale, forse lo è, ma voglio spiegarvi il mio punto di vista.
Ricordo nitidamente che, quando ero ragazzina, il concetto di bellezza era uno e uno soltanto. C'era poco da girarci intorno.
Nell'iperuranio, l'idea di bellezza era "caucasica", magra e soprattutto definita.
Era talmente chiaro che, anche Naomi Campbell aveva l'anima "bionda con gli occhi azzurri".
Il bello, era racchiuso in due figure mitologiche : pretty princess & fearless prince.
In altre parole, secondo quel genere di mentalità, sinonimo di bello era Brangelina.

(Ciao Balina)




Vi prego di prendervi un secondo per riflettere su quanto disagio potreste provare nello stare con loro in una stanza. ANSIA.



Bene, ora che vi è salita la depressione possiamo proseguire con il nostro topic.
Il culto del bello non è mai tramontato. Basta dare uno sguardo alle passerelle dell'alta moda e al mondo del cinema per rendersi conto che quello che era considerato bello allora, è certamente bello anche oggi.
L'iper valorizzazione del maschile e del femminile continuano a impazzare. Si tratta di un modello di bellezza che insiste e persiste, mi sentirei di dire, giustamente.



Possiamo preferire l'uno o l'altro o entrambi, ma il risultato non cambia.

Oggi però, a mio parere, non può più parlarsi della bellezza. Sarebbe più corretto invece parlare delle bellezze. Come per le intelligenze o per le nullità codicistiche, credo sia venuta meno quella granitica unitarietà del concetto n sé. Il bello si è frammentato diventanto un caleidoscopio. Si è contaminato.
Quello che era bello resta bello ma, con prepotenza, si sono affacciate nel mondo altre sfumature, alcune delle quali hanno avuto su di me un impatto notevole.
Sono talmente rapita da alcune di queste rappresentazioni che, per quanto mi sforzi, non riesco a spiegarmi come sia possibile non vederle. Come possa, talvolta, il pregiudizio impedirci di apprezzare la piacevolezza di certe immagini.
Badate bene, non sto contestando il gusto. Non è detto che a tutti debbano piacere le stesse cose. Ma il fatto che qualcosa non incontri il nostro gusto non significa che automaticamente non sia bella. Come l'arte. Il mondo è pieno di quadri che non ci trasmettono alcuna emozione, non significa che non siano fatti bene.
Oppure pensiamo a una torta perfetta, uscita dal laboratorio più prestigioso del mondo e data a una di quelle persone a cui non piacciono i dolci. Mettendo da parte la mia convinzione personale per cui non bisognerebbe dare confidenza a chi non mangia dolci (ciao Baly, di nuovo!), magari potrebbero non mangiarla, non significa che la torta sia fatta male.

Tornando a noi, quello che secondo me è cambiato è la definizione di genere.
Non voglio divagare in questa sede ma, ad essere cambiata è l'incrollabile concezione che la società ha dell'uomo e della donna.
Per questo 50 sfumature di bello, diventa 50 sfumature di gender.

In altre parole, nel concetto di bello è entrata la cultura dell'androgino.
In tutti questi anni, abbiamo male interpretato Platone. Pensavamo che nel Simposio il mito di Aristofane fosse un'esaltazione della coppia, invece quello che realmente voleva dire era che sebbene mascolinità e femminilità siano apprezzabili separate, fuse insieme assumono un fascino nuovo, sfacciato, delicato e palpabile.
Nel caso in cui non ricordaste bene, si tratta del mito secondo il quale una volta l'essere umano era un ermafrodito tondo.
D'altronde la sensibilità necessaria per percepire questo genere di estetica è più frequente in chi è vicino alla comunità LGBT e, come tutti sappiamo, Platone aveva una cotta talmente prepotente per Socrate che ha continuato a esserne ossessionato per tutta la vita.
Roba che addirittura la mia prozia dopo 15 anni di vedovanza si era trovata un fidanzato nuovo, ma Platone no.


Seriamente, non si tratta di differenziare le sensibilità rispetto alle preferenze sessuali. Si tratta, più che altro di una questione di abitudine a guardare le cose da una certa prospettiva. Come quando esce una canzone nuova e al primo ascolto pensiamo "che è sta cagata", poi improvvisamente diventa il nostro pezzo preferito e l'ascoltiamo in tutti i mari, fiumi e laghi e via dicendo.

BTW, torniamo al nostro tema. Accanto a divinità incredibili, a veneri perfette e a David abbacinanti, oggi c'è molto altro.
Non fraintendetemi, non è che prima questa interpretazione della bellezza non esistesse. Piuttosto non era mainstream.
Ora, per fortuna, lo sta diventando. Prendiamo Ruby Rose o Damiano dei Maneskin.


Come si può guardare Ruby Rose senza restare senza parole? Okay, diciamo che in realtà le parole per commentarla io le trovo e includono l'appendere per sempre al chiodo qualcosa ma non mi pare questa la sede per essere gretta.



Io, nella mia limitatezza, avevo sempre pensato che tacchi a spillo e lap dance fossero faccende prettamente femminili. Non che gli uomini non fossero in grado o non potessero farlo, semplicemente avevo un'idea molto precisa di quale sarebbe stata la mia reazione davanti a uno spettacolo di quel tipo, o meglio la mia "non reazione".
Mi sbagliavo.
Non so quanti abbiano avuto modo di godersi la performance dei Maneskin a Xfactor lo scorso anno. In poche parole, il frontman si è presentato sul palco su un tacco che io indosserei con disinvoltura solo in sogno e si è esibito in una lap dance da manuale.
 Io l'ho trovato erotico. Estremamente accattivante. Mi è piaciuto. Non solo artisticamente. Mi è piaciuto proprio, era bello. E non si tratta solo di me perché quella performance ha fatto girare la testa a moltissima gente, Alba Parietti inclusa.
Vi prego, ora, di non rinchiudervi nella spocchia tipica delle nicchie per cui se una cosa piace a più di quindici persone all'improvviso diventa una cosa per stupidi. Non è sempre così, e comunque non è quello il punto. Potete anche disprezzare i talent, quello che voglio dire è che questo tipo di bello è bello anche se non pensavamo potesse essere bello.
Chiaro no?

Questa è la ricchezza. Viviamo in un mondo dove, sempre più di frequente, gli stereotipi del maschio e della femmina si frantumano. Gli uomini piangono, le donne portano i pantaloni, esistono i mammi e le donne parlano della loro sessualità in maniera sempre più rilassata. Se la società nell' insieme sembra continuare ad essere giudicante, nella vita di tutti i giorni, con chi abbiamo accanto, la nostra percezione è molto diversa. Il nostro giudizio è decisamente meno netto e la nostra mente molto più aperta. E questo significa qualcosa. Significa che non siamo davvero noi a pensare che una donna sia una poco di buono perché ha cambiato dodici fidanzati e sta in tv; è la società che ci spinge in quella direzione.
E a tal proposito ricordo a voi e a me stessa la frase che dovremmo ripeterci tutti i giorni prima di uscire di casa.



Tornando alla bellezza, e facendo un passo ancora avanti ci sono loro: le Drag Queen.

A parte la confusione che generano in chi non è addetto ai lavori rispetto a quale sia il pronome appropriato, e sul fatto che siano cosa ben diversa dai transgender, le Drag sono un mondo meraviglioso.
Per chi non conoscesse questa realtà, consiglio di dare uno sguardo alla RuPaul's Drag Race su Netflix. Si tratta di un contest leggero e divertente che vi catapulta in un mondo fatto di colori, risate, viperate ma anche momenti di condivisione. Momenti nei quali la maschera cade e ci viene regalato un frammento della sofferenza che c'è stata nella vita di questi ragazzi e di come abbiano trovato la forza per uscirne.
Nel caso voleste aprirvi a capire cosa si nasconda dietro lustrini e parrucche e foste disposti a capire, dategli uno sguardo e scoprirete che è molto diverso da come appare, è molto di più di quello che sembra. Questa, almeno, è stata la mia personale esperienza.
Detto ciò, lcune di queste Queen io le odio. Perché oltre ad essere artiste eccezionali, sono di una bellezza incredibile.


 


 


Dai, non si può essere così belle. Ma che rispetto è questo?!

Dopo questa carrellata, vi saluto.

Non so cosa volessi ottenere con questo post. Il fatto è che penso che in un mondo dove l'odio è sempre più presente, dove il diverso spaventa e viene allontanato, dove siamo tutti più concentrati a parlare di noi stessi che a capire gli altri ... in un mondo così, è bello sapere che la bellezza può essere trovata ovunque. Basta solo essere disposti a coglierla, anche se lontana dal nostro modo di vivere, o dagli stereotipi che inevitabilmente ci circondano.

Chiaramente quello che leggete non è verità assoluta ma solo il mio parziale e personale punto di vista. E sicuramente ci saranno altre mille concezioni di bello che non ho approfondito. Magari sarà per un'altra volta.

All the Love,
Mika.

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Scusa se ti disturbo ancora. È passato molto tempo fa quando ti ho scritto. La storia è ancora incompiuta e so che non scrivi da tanto anche sul blog, ma sono moltissime le persone che vorrebbero leggere il finale di "A piccoli passi verso il destino". Ti prego termina la storia. 😔😔😔

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  3. Scusa se ti disturbo ancora. È passato molto tempo, ma sono moltissime le persone che vorrebbero leggere il finale di "A piccoli passi verso il destino". Ti prego termina la storia.

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