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giovedì 8 ottobre 2015

Io ti odio Turandot!



E poi ci lamentiamo della società moderna.
Abbiamo il coraggio di muovere critiche a Mean Girls! Io dico, è indecente.
E' indecente quando nei grandi teatri di tutto il mondo, viene messo in scena l'elogio della più grande turbostronza di tutti i tempi : Turandot!
Almeno Regina George ha quel che si merita nel corso della storia!



Perché Turandot è esattamente questo. Turandot è la cheerleader figa delle classiche commedie americane. E fa la bulla. E in un mondo giusto, dovrebbe finire in una qualche maniera che ridimensioni il suo imbarazzante ego. Ma questo mondo non è giusto.
E lei trionfa.

Ha fatto fuori circa tredici scapoloni d'oro che volevano sposarla. Che io dico. Non tanto per loro, ma razza di arpia, non ci pensi alle altre povere sfigate che per loro sfortuna non sono nate regine della Cina?



Egoista.
Cattiva.
Folle.

Questa estate ho avuto la fortuna di assistere alla rappresentazione a Terme di Caracalla.
Tra l'altro ho notato un'altra cosa buffa dell'Opera.
Di solito le critiche peggiori arrivano dai grandi estimatori. I "profani" si limitano a godere di quello che l'artista ha da offrire.
Voglio dire, se vado a vedere una mostra di pittura e non sono un critico, mi limiterò a godere di quello che ho davanti. Non ci saranno lamentele per le pennellate o la prospettiva o altri tecnicismi.
Adesso,  io non lo so se Calaf fosse bravo o meno.
So solo che nella mia testa, quell'aria aveva un timbro ed un'estensione ben precisa. 
E lui mi ha sparato un "vincerò" piuttosto misero.

Adesso lo so che state fingendo di aver sempre saputo che "vincerò" fosse della Turandot.
Falsi e ipocriti!
Ci sono passata prima di voi!

Ad ogni modo, quest'opera è infame ed infida.
Già perché la trama sembra stranamente concedere un lieto fine.

Calaf si innamora di Turandot, risponde a tutti gli indovinelli, lei da di matto, è sul punto di farlo fuori, poi si scopre innamorata, fa il coming out con la celebre frase "il suo nome è amore" e vissero tutti felici e contenti.

Un par di palle!

Già, perché questa è la più ingiusta delle opere.
Tra mille tragedie e deboli eroine che finiscono tragicamente per morire, l'unica stronza che meriterebbe di strozzarsi nel sonno ottiene il lieto fine.
Così è la vita!


Ma non finisce qui, gente! Perché visto che non c'è mai limite al peggio, anche nella Turandot esiste un rappresentante della famosa e popolosa categoria delle #fdm (figlie della merda). Anzi, oserei dire che, questa donna merita a pieno titolo la corona.
Lei è senza il minimo dubbio la regina indiscussa delle sfigate perdenti.

Liù.

Ed io sento il dovere morale di raccontare la sua storia. Di denunciare le ingiustizie che questa povera anima ha subito e continua a subire.
Liù era una ragazzina. Una servetta al palazzo del Re Tartaro Timur che ha avuto la sfortuna di incontrare per i corridoi il giovane principe Calaf, che è ovviamente un botolotto come ogni tenore che si rispetti!
Ma torniamo a Liù che incontra Calaf nei corridoi.
Lui le sorride.
Ed è l'inizio della fine.
Che poi è probabile che lui stesse sorridendo alla vecchia cuoca dietro di lei. Ma questo non è importante, perché alla ragazzina parte il film disney in testa. Lui che la bacia, la ama, la sposa.
Con tutte queste belle illusioni nella testa, Liù aiuta Timur a scappare quando il palazzo è sotto assedio.
In pratica diventa la badante del vecchio re. Si accolla sta pratica gratis. Per amore di Calaf che, nel caso aveste dubbi, non sa nemmeno della sua esistenza.

Quando, finalmente, si rincontrano lui scopre tutto quello che lei ha fatto, tutto quello che ha sacrificato per lui. E lei si confessa. Poetica, timida, delicata. Gli dice che la sua intera vita era stata guidata dal sorriso che lui le aveva rivolto. E' un momento molto toccante. E lui la guarda, il cuore colmo di gratitudine e ...


Pat- Pat sulla spalla! Brava complimenti. Grazie tante! Mo' vado che devo rischiare la vita per sposare una tizia che ho visto mezza volta e che preferirebbe essere costretta a mangiare le sue feci per l'eternità piuttosto che sposarmi! E' stato un piacere, Liù, grazie ancora! Ah, già che ci sei potresti annaffiare il bonsai mentre non ci sono?


Ma le disavventure di Lou non finiscono qui. Ovviamente no. 
Calaf riesce a risolvere gli indovinelli e vince il cuore della sua amata Turandot. Solo che non gli basta. No, lui deve per forza fare l'eroe. E quando lei si dimostra scontenta di sposarlo (perché chi mai vorrebbe sposare un principe ricchissimo??) lui le propone un patto.
Se riesce a scoprire il suo nome entro l'alba sarà libera e lui morrà.

Nessun Dorma, dunque.

Nessuno tranne Liù che, quella notte, finisce con il dormire per sempre.
Già perché Turandot la cattura e la tortura per scoprire quel nome. Ma lei non parla. Subisce il dolore. Urla, piange, ma non pronuncia quel nome. E quando sente che potrebbe cedere, che potrebbe finire sopraffatta e dunque tradirsi .. si toglie la vita.

Si uccide.
Muore.
Finito.

Bisogna dare atto a Calaf di essersi leggermente urtato per la cosa. Infatti strilla contro la Regina, urlandole il suo nome. La litigata dura circa tre minuti e mezzo, poi lei decide che lo ama e si sposano.
Liù è solo un lontano ricordo. Timur trova un'altra badante. E chi si è visto si è visto!

Ed in tutto ciò, neanche il buon gusto di chiamare l'opera "Liù". 


Almeno una lezione va imparata.
Nella vita, bisogna essere Turandot, non Liù. Dunque il consiglio è: la prossima volta che vi piace un ragazzo, minacciate di decapitarlo e uccidetegli il cane. Poi sarà vostro.

Ops .. ho appena equiparato Liù ad un cane.

Non c'è pace per i giusti.

Baci a tutti. 

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