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lunedì 21 marzo 2016

IO OODIO


Credo che negli anni si sia radicata nella nostra mente una convinzione piuttosto errata che desidero con tutto il cuore estirpare, in modo tale da liberare il genere umano dal suo evidente attuale stato di coatta appartenenza al mondo dei social: facebook non è obbligatorio.
Lo so, a voi sembrerà scontato ma, ahimé, a quanto pare invece è pieno di persone che ritengano di doversi auto-infliggere questa punizione mediatica, costringendosi a far parte di una comunità che palesemente mal tollerano. Ora, non è mia intenzione contrastare la probabile indole masochista che connota l'animo di tali soggetti, infondo ognuno è libero di provocarsi tutto il dolore che gli pare e piace, ma tutto ciò ha un limite: non sfracassare le palle alla gente che popola il web.




Il problema è che, di fatto, ci sono dei momenti in cui il popolo di internet si spacca a metà, iniziando guerre a base di frecciatine velenose e commenti acidi.
Non c'è da vergognarsi, tutti quanti cediamo di tanto in tanto alla tentazione di scrivere stati che esprimono un profondo disprezzo per il genere umano, senza renderci conto che è un po' come entrare in una stanza piena di gente che conosciamo al grido di "siete tutti degli imbecilli mi fate schifo".
Qualche volta sarebbe saggio ricordare che esiste un confine tra onestà e maleducazione!
Ci sono però alcuni per i quali questo comportamento non è uno sfogo una tantum , bensì un vizio ricorrente. Alcuni dei tuoi contatti, puoi metterci la mano sul fuoco, non appena si avvicinerà una ricorrenza, regaleranno al web l'ennesimo susseguirsi di pesantezze, giudizi e paternali. Perché loro non si piegano all'omologazione! Infatti, proprio al fine di dimostrare la loro ineguagliabile alternatività, scrivono tutti le stesse identiche cose.



Personalmente, ogni volta che leggo quegli stati nella mia testa parte lo slogan della pantene oppure quello "la mia banca è differente" ed immagino questi soggetti scuotere le loro chiome fluenti mentre sorridono vittoriosi.

Ma riportiamo qui in seguito alcuni degli argomenti di discussione più "caldi" sui social.

1) La festa del Papà



Ultima in ordine di tempo. Vedeva contrapporsi da una parte persone felici che postavano foto dei loro genitori sorridenti, e dall'altra i vari critici del "mi fate tutti schifo, e non pensate che questa festa celebra San Giuseppe che è morto dopo essere stato condannato ad una vita di castità e rinunzie?!".
Adesso, io personalmente non ho postato foto, avendo una grande difficoltà nell'esprimere buoni sentimenti.
Ma non vedo come le foto degli altri dovrebbero infastidirmi. Qual è il problema? Dove sta la gravità o il fastidio nel vedere che, qualche volta, la gente riesca a mettere da parte tutto il resto e abbia voglia di condividere un ricordo o un sentimento?
Tra l'altro, quelli che se ne lamentano dovrebbero anche stare molto attenti. Perché spesso sono gli stessi che pubblicano selfie; foto dei loro animali domestici; stati filosofici di una profondità tale da far sembrare Flavia Vento intelligente. Insomma, banalità.

2) La festa della Donna.



Un altro grande classico. Qui mi sono proprio divertita perché si scade nel paradosso. Praticamente è il giorno dell'anno in cui più che mai viene usato il simpatico vezzeggiativo di "cagna". E a farlo sono proprio quelli che vogliono convintamente difendere e preservare il senso reale della celebrazione.
La pietra dello scandalo sono gli spogliarelli.
Ora. A me sti tizi nudi e unti muniti di perizoma non è che facciano impazzire. Inoltre, dubito seriamente che esista un numero così elevato di donne che presenzi a questi eventi con lo scopo di appagare istinti animali (come se fossero uomini). Immagino sia piuttosto un goliardico modo di passare una serata diversa che, per quel che mi riguarda, ha come unica conseguenza il mettere un paio di cento euro in tasca a qualche ragazzone che voglia arrotondare. Ma la cosa che fa ridere è che a criticare questi comportamenti sono uomini che guardano porno dalla tenera età di 13 anni. Gli stessi uomini che hanno il poster di Sasha Grey nell'armadio. Quelli con i calli sulle mani e la vista appannata. Per dirla in francese: i pipparoli.
Dove sta la coerenza?
E poi le donne. Le donne che si scagliano contro le altre donne mi fanno davvero tristezza. Perché tutte prima o poi metteremo una minigonna, o diremo una parola sbagliata, o, semplicemente, lasceremo libera la gallina interiore. Chi dice di non aver mai starnazzato non smette di essere una gallina. Diventa solo una gallina bugiarda.
Che poi, ovviamente, l'argomento principe è la ricorrenza della morte delle donne nella famosa fabbrica americana . Di solito lo stato tipo è "Tutte a fare le cagne stasera e non sapete neanche che si celebra una ricorrenza triste! Informatevi!" con tanto di tono saccente e faccia compiaciuta perché "hey, io le cose le so".
La dura verità. Direttamente da wikipedia.
E per citare Nanni Moretti "Io non parlo di cose che non conosco". 
E comunque sono certa che nella storia siano capitate tragedie per ogni giorno dell'anno. Mia sorella è nata l'11 settembre, non credo debba sentirsi in colpa quando festeggia il compleanno.

3) Le manifestazioni di solidarietà per gli attentati di Parigi



"Eh ma quando succede in Papuasia non frega una mazza a nessuno". Adesso, perdonatemi, perché io sono pienamente consapevole che il mio pensiero in proposito potrebbe risultare cinico ed impopolare, ma non ha senso essere ipocriti.
L'uomo è un animale complesso. Lo spettro delle emozioni, sensazioni che prova è amplio e stratificato per cui o si tace o si cerca di analizzare le cose nel modo dovuto.
Io sono europeista. Non nel senso politico del termine. Io sento una forte vicinanza culturale e sociale con la maggior parte dei popoli europei. E ritengo che, in modo più o meno evidente o consapevole, questa cosa sia comune a molti.
Perché gli attentati di Parigi generano più empatia? Perché è successo in casa nostra, in primo luogo.
Ma c'è anche un altro fattore. Immaginare la guerra o la fame non è una cosa facile. E' complicato immedesimarsi in situazioni e vicende che non abbiamo mai vissuto da vicino, che abbiamo studiato solo sui libri. Ma andare a teatro, o stare al ristorante, godersi il tempo libero quelle sì che sono situazioni familiari. E allora ci agghiaccia l'idea che in uno qualsiasi di quei momenti, potrebbe arrivare la fine. Per questo siamo empatici, perché je suis Paris, noi siamo la Francia, noi siamo l'Europa. E perché è qualcosa che capiamo. Che ci è familiare.
E con questo non vuol dire che ci siano morti di serie A e serie B. Non è come se una morte fosse più importante di un'altra. E' che una morte ci colpisce più di un'altra. Quello sì. Ed è ipocrita negarlo. Basti pensare a quando ci muore un parente, magari anche anziano, un nonno. E poi sentiamo di un bambino morto per malasanità da qualche parte. E' meno grave quella morte? No. Anzi, oggettivamente lo è anche di più. Ma l'intensità di quello che sentiamo non è oggettiva. Ed è assurdo pretendere che sia il contrario.
E comunque,anche in questo caso, di tragedie ne capitano tutti i giorni e non credo esista qualcuno che si prodighi a citarle tutte di volta in volta.

4) Sanremo/ XFactor/ Isola varie ed eventuali.



Ah. Qua c'è poco da dire.
Tranne che avete un bel coraggio voi tutti che impazzite per 90 minuti di maschi che sputacchiano per terra e corrono avanti ed indietro. Abbiate pietà vi prego. Intendo per voi stessi.
E comunque mi sembra il caso di far notare che l'intrattenimento è intrattenimento. La musica è musica. I film sono film ed ognuno ha i propri gusti. Dunque a meno che non vediate solo Augias (dio lo benedica sempre) e i vari Angela, io direi di stare molto attenti agli scheletri nel proprio armadio. Non sarà il cd che scegliete di comprare a salvare il mondo.

5) San Valentino.



E qui mi ci metto io per prima che volevo andare al cinema a lanciare  pop corn alle coppiette. Okay, trovo profondamente imbarazzanti le dichiarazioni d'amore pubbliche. E la battuta inacidita qualche volta è inevitabile. Ma ognuno sarà anche libero di fare quello che vuole, o no? Non è come se qualcuno coinvolgesse te in questa plateale dimostrazione di affetto e dedizione. Lo fanno tra di loro. 
E siamo d'accordo che "l'amore si festeggia tutti i giorni non solo a San Valentino o nel giorno dell'anniversario". Il mio commento è "purciari". Perché questa è la classica scusa da braccino corto. Se uno vuole usare San Valentino come scusa per mangiarsi un chilo e mezzo di baci Perugina non deve certo spiegazioni a te! Semmai al suo intestino!
Ma poi i peggiori sono quelli "tanto poi domani vi tradite". Che io al posto delle coppiette felici li prenderei a sediate in bocca, che sia vero o meno.
Che a stringere, il commento è uno solo.
NVIDIOSI!

E mi sembra di essermi sfogata abbastanza. Dunque, ricapitolando. Per me potete continuare a scrivere quello che volete, io continuerò a pensare queste cose. Ma visto che vi A D O R O , ci tengo al vostro fegato e alle vostre coronarie. Avete un sacco di opzioni che vanno dallo "smetti di seguire" al "cancella dagli amici" fino a, pensate un po', "elimina l'account.

All The Love.



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